Martina e Giorgio
Un’estate, quando aveva quattordici anni, Martina ha aperto l’armadio di sua madre e ha trovato l’abito da sposa di sua nonna, un gioiello di sartoria datato 1926. E cosa fa una ragazza di quattordici anni quando vede un abito del genere? Prova a indossarlo, ovvio. Risultato: manica e velo strappati.
Inutile dire che sua madre, gelosissima dell’abito, gli ha rifilato una settimana di castigo bella tosta. Ma è altrettanto inutile raccontarvi come ha passato Martina quella settimana di castigo, perché ogni sera sgattaiolava fuori come niente fosse per incontrarsi con le amiche.
Martina è sempre stata così, piuttosto avventurosa. Appassionatissima di sci e alpinismo, lavora come medico di soccorso tra le Dolomiti. Ed è proprio lì, ad una festa di capodanno per pochi intimi, in una baita tra le montagne, che ha conosciuto Giorgio, timido istruttore di sci di origini bellunesi.
Mentre fuori nevica
Giorgio è il tipico amico di amici finito lì quasi per caso. Saranno stati i brindisi generosi o l’atmosfera piuttosto romantica – fuori imperversava una di quelle nevicate da film – ma all’improvviso, mosso da un inspiegabile coraggio, tra un disco di Buddy Johnson e uno di Ella Fitzgerald, Giorgio invita Martina a ballare.
A Giorgio piace passeggiare sotto la neve con lei, le dice spesso che quando nevica i suoi occhi cambiano, che diventano più chiari. A Martina piace guardare Giorgio sciare, perché è l’unico momento in cui perde la sua dolce goffagine e sembra diventare tutt’uno con gli sci. Insomma, non ci mettono troppo a capire che sono fatti l’uno per l’altra.
Fiocco di neve
Il mio lavoro con Martina e Giorgio è iniziato una mattina di giugno. A chiamarmi è Giorgio, al telefono sembra un po’ agitato. Dice di voler fare la proposta a Martina, ma ha un dubbio: le ha preso un anello con una pietra a forma di fiocco di neve e adesso teme di risultare troppo simbolico. Dopo essermi fatta raccontare un po’ le motivazioni della sua scelta e i loro trascorsi di coppia lo rassicuro: probabilmente avrei scelto anch’io qualcosa del genere. Cosa c’era meglio di un fiocco di neve?
L’abito antico
Naturalmente Martina accetta la proposta di Giorgio e dopo qualche mese riesco finalmente a conoscerli di persona. È stato facile capire come Martina e Giorgio abbiano temperamenti diversi, certo, ma in un qualche modo perfettamente complementari.
Entrambi volevano che il loro matrimonio fosse una cosa piuttosto intima, per familiari e pochi amici, e proprio per questo lavorare alla loro festa è stato romanticissimo. Punto di partenza: la neve, grande protagonista della loro storia d’amore.
Ovviamente dopo aver ascoltato la storia dell’abito da sposa di sua nonna ho proposto a Martina di mostrarmelo, ero curiosa di scoprire com’era fatto. Si trattava di uno di quei vestiti realizzati interamente mano che ricordava in qualche modo quello indossato nel 1923 dalla Regina Madre. Non appena lo vedo capisco che quel vestito deve tornare all’altare.
Preso il concesso dalla mamma di Martina, ancora gelosissima, abbiamo affidato l’abito alle cure di una delle mie sarte di fiducia e ne abbiamo ricavato un restauro elegantissimo, conservando intatti i ricami di filo d’argento e le perle preziose. Il bouquet invece è stato realizzato con brunia silver, ovvero bacche vellutate dal colore argenteo.
Sfumature di grigio
Dopo il restauro dell’abito di Martina, mi sono concentrata su Giorgio, vestendolo con un completo dal taglio informale, riprendendo le tonalità dei grigi dei ricami dell’abito antico di Martina.
A passo di swing
Martina e Giorgio si sono sposati l’undici novembre, il giorno di San Martino, in una villetta stile Liberty dei primi del ‘900 situata nel cuore della valle d’Agordo. Gli inviti sono stati chiusi a mano, uno ad uno, con un sigillo in ceralacca grigia a forma di fiocco di neve e la cerimonia è avvenuta sotto un gazebo tendato, all’aperto.
Sì, all’aperto, per onorare il loro amore per la natura, anche perché la villetta era circondata da cime innevate. Ma novembre all’aperto vuol dire freddo totale, no? Certo, ma abbiamo preparato per gli ospiti delle morbide coperte in lana bianca per scaldarsi e in più, alla fine della cerimonia, è stato servito vin brûlé preparato secondo la ricetta della nonna di Giorgio.
Le tende che avvolgevano il gazebo di un bianco candido, sono tornate anche per la cena, avvenuta nei locali interni della villetta. L’atmosfera magica e invernale è stata ripresa anche nelle decorazioni dei tavoli che richiamavano il disegno del vestito di Martina. I tovaglioli ricamati che fungevano da segnaposto sono stati legati col nastro in velluto argentato, appoggiati su piatti in porcellana bianca, posate d’argento e bicchieri in cristallo.
Per gli ospiti dress code consigliato: un capo bianco, grigio o azzurro, o comunque che richiamasse all’immaginario della neve e scarpe comode d’obbligo per il pomeriggio danzante. Naturalmente, il tutto è avvenuto sulle note dello swing con cui hanno ballato per la prima volta insieme. E per ricreare quella magica notte di capodanno, la neve l’abbiamo procurata noi.