Clara Peeters
Clara Peeters è stata una celebre pittrice fiamminga, tra le più importanti del diciassettesimo secolo. Le sue nature morte, spesso caratterizzate dalla presenza di coppe, vassoi e metalli molto prestigiosi, sono passate alla storia. Niente le ha impedito di farsi largo, con le sue opere, nemmeno un’epoca proibitiva in cui le donne non avevano l’opportunità di frequentare scuole d’arte o di inserirsi in un ambiente così elitario e maschilista.
Clara, la protagonista di questo matrimonio, gallerista di origine padovana, porta il suo nome. Ma attenzione, non si tratta solo di un caso. Fin da bambina, tra una visita al museo e l’altra, vive immersa tra libri dedicati alla pittura e alle belle arti. Sua madre, insegnante di storia dell’arte, le ripeteva in continuazione la storia del suo nome, di quanto fosse importante, simbolo del coraggio di una pittrice in un mondo di pittori.
Jan
Durante i suoi viaggi di lavoro ad Anversa dove ha da sempre contatti con un collezionista d’arte storica fiamminga, Clara entra più volte a contatto con i quadri della Peeters. Ogni volta, collaboratori o nuove conoscenze dell’ambito lavorativo, le fanno notare in continuazione quanto sia curioso questo dettaglio, per lei è ormai un ritornello. Ma un giorno a farglielo notare è Jan, un gioielliere fiammingo originario di Antwerp luogo dove è nata la Peeters.
Non si sono conosciuti in un museo, o alla festa di chissà quale collezionista, ma in un ristorante ad Anversa, quasi per caso. Entrambi mangiavano da soli, a un tavolo di distanza, uno di fronte all’altra. Succede che il cameriere, piuttosto indaffarato, confonde le comande, serve a Clara il coniglio alle prugne destinato a Jan e a Jan la leggera insalatina di patate che aveva ordinato Clara.
Magico destino
Jan si alza dal tavolo con tanto di insalata e si avvicina al tavolo di Clara. Parla in francese: “Mi sa che questa è tua”, dice sorridendo. Si scambiano i piatti. Poi Jan le chiede se può farle compagnia. Clara lo invita a sedersi.
Quando Clara si presenta, Jan le risponde: “Come la Peeters”. Niente di più semplice del destino, forse. Un amore nato da una piccolissima casualità.
Quando ho conosciuto Clara e Jan ho subito pensato di includere in qualche modo la profondità delle opere della Peeters nel loro matrimonio. I colori dei quadri per rappresentare la parte di Clara, i preziosi metalli e le pietre raffigurati in essi per rappresentare Jan.
Meravigliosa nuvola calda
Clara non voleva un abito tradizionale, quindi mi sono divertita a ricercare la giusta armonia di colori che potesse richiamare le opere della Peeters anche nel suo abito. La scelta è ricaduta sul velluto di seta, per un abito inusuale, del colore del peltro, una lega preziosa che spesso si ritrova nei quadri della pittrice fiamminga, con riflessi rossicci, autunnali.
La linea fluida dell’abito è stata valorizzata dalla scelta di un bouquet contenente tutti i colori dei quadri da cui ho preso ispirazione.
Jan ha indossato un abito sartoriale rosso granata con un papillon dello stesso tessuto con cui è stato realizzato l’abito di Clara. Vederli vicini è stato meraviglioso. Con quei colori addosso sembravano uniti in una nuvola calda.
Come in un quadro
Si sono sposati in autunno in una proprietà di campagna della famiglia di Jan, in Belgio. Periodo in cui la facciata della casa si tinge dei colori autunnali di cui Clara è da sempre innamorata.
Le tavole sono state imbandite con piatti dipinti a mano e tovaglie realizzate su misura. Le composizioni botaniche, i vasi e le coppe in metallo prezioso ricolme di fiori e frutta: tutto ciò che abbiamo utilizzato per decorarle sembrava uscito direttamente dai quadri della Peeters.
Per citare il loro “primo appuntamento” ho deciso di tenere tutti all’oscuro delle pietanze previste dal menù. Così da far provare quell’atmosfera di gioiosa casualità anche ai loro ospiti. Naturalmente si è prestata la massima attenzione ad intolleranze e allergie, ma questo è un dettaglio poco interessante.
Il simbolo dell’amore
Un matrimonio elegante, armonioso e riflessivo. Anche i loro ospiti dovevano rispettare un dress code che omaggiasse le tinte tipiche della pittrice fiamminga.
Nel biglietto d’invito, che era un’anticipazione del programma della giornata, aprendo la finestrella si poteva vedere il dipinto di un quadro della Peeters, ad ogni famiglia veniva casualmente assegnato un colore, attraverso il sigillo della ceralacca, da indossare il giorno della cerimonia .
Tra le tante cose, ho anche proposto a Clara e Jan di portarsi a casa un ricordo indelebile di quella giornata. In una delle sale della proprietà ho fatto disporre una tela bianca, dei pennelli e delle tinte che richiamassero proprio il contesto autunnale in cui erano immersi. Durante il ricevimento ogni invitato ha così potuto contribuire a dipingere un quadro che simboleggiava la coppia, un “Peeters” unico, per modo di dire, simbolo del loro amore.