Il mio matrimonio ai tempi del Covid
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Come ho organizzato il mio matrimonio ai tempi del Covid
Sembra incredibile, che oggi, a distanza di un anno stiamo ancora parlando di Covid, delle conseguenze che ha avuto sulle nostre vite e di quanto abbia cambiato il nostro scenario quotidiano. Ho pensato di parlarvi più da vicino del mio, del nostro matrimonio in tempi di covid.
Il nostro matrimonio
Il nostro matrimonio è stato organizzato attraversando tutte le sue fasi, in compagnia del COVID. Quando ho iniziato a progettare il nostro matrimonio era gennaio 2020. Ci eravamo appena trasferiti nella nostra casa, casa in cui si è svolto il nostro matrimonio, e Gianmaria aveva appena compiuto 6 mesi. Tra pittori, giardinieri, e artigiani vari, riuscire ad incastrare tutte le incombenze ed avere, anche, la concentrazione necessaria per creare il nostro progetto matrimoniale non era una cosa semplice. Scelta l’idea, nata ovviamente da una sorta di fusione tra di noi, la nostra casa e l’atmosfera che volevamo vivere, inizio con la pianificazione. Siamo a 5 mesi esatti dal matrimonio, matrimonio ai tempi del covid.
Maratona organizzativa
Nonostante io abbia realizzato matrimoni decisamente particolari, in condizioni altrettanto ardue, in meno di tre mesi, quello che mi aspettava per la complessità del progetto è stata sicuramente un’ottima palestra per la pianificazione, il coordinamento ed il lavoro di gruppo, ma non solo. Riuscire a crederci, non sempre è stato semplice.
Parto col raccontarvi il mio obiettivo. Il mio obbiettivo era arrivare serena, avendo pianificato e progettato tutto in anticipo. Pensai, in 5 mesi, sarà una passeggiata. Ricordavo perfettamente il matrimonio, credo il più complesso tra quelli che ho seguito, per la gestione logistica e l’impegno fisico. In quel preciso caso, nel giorno del matrimonio, avevo superato 30 ore di veglia. Venezia, mon amour… In questo caso però, non avevo fatto i conti con l’oste chiamato COVID.
Check-list da catastrofista
Nonostante noi del mestiere siamo abituati a gestire gli imprevisti, questo andava oltre il mio abituale elenco delle casistiche da prevedere. Ho una caratteristica particolare : prima dell’evento, percorro ogni singolo istante per controllare la mia check-list del matrimonio ed, entrando nel ruolo del catastrofista, cerco di immaginare cosa potrebbe andare male. Credetemi, per me è uno sforzo non indifferente, perché nella realtà, io sono proprio l’opposto. Questo però mi serve per arrivare al matrimonio con le opzioni A/B/C/D … per ogni situazione e avere la soluzione in tasca, oppure almeno averla pensata. Basta questo? Assolutamente NO! Perchè quando pensi di averle pensate tutte, capita sicuramente quella che non hai ancora mai pensato. La realtà supera sempre la fantasia :- ) Esserne certi, mette la mia mente in modalità problem solving in automatico.
Veggente
I miei collaboratori mi definiscono spesso con questa frase : “Ogni volta che si presenta un problema, tu hai già pensato la soluzione ancora prima che si palesi” ma come fai ? Vi svelo un segreto, sono una veggente! No, dai, scherzo. Oppure un’altra frase è questa: “Non conosci limiti, rendi possibile e fattibile anche quello che non sembra tale” E’ vero, il nostro matrimonio è stato un po’ così…
Soluzioni infinite
Torniamo però a noi e al nostro matrimonio ai tempi del covid. Probabilmente lo sapete già che si è svolto nella nostra casa. Ovviamente gli spazi interni non potevano contenere tutte le persone, perciò era previsto di posizionare una tensostruttura all’interno del giardino. Operazione non del tutto facile, visto che era di dimensioni piuttosto elevate e il mio progetto la prevedeva in un punto ben preciso per integrarsi al meglio nel contesto.
Chiaramente, in base alle condizioni meteo, il piano A, prevedeva che fosse posizionata in un punto, mentre il piano B avrebbe necessitato di un’altra posizione. Come si fa a pensare, a febbraio o anche a maggio, dove posizionarla se non sai nemmeno se aprono le frontiere e i tuoi familiari potranno raggiungerti? Ovvio, non ci pensi. Prepari le opzioni e rimani in attesa.
Che fine hanno fatto le damigelle?
Non parliamo delle mie damigelle, le mie piccole nipotine di una volta: una non ha potuto raggiungerci, vivendo in Canada, e la seconda, nel periodo del nostro matrimonio, sotto il vestito non sarebbe più stata da sola : ) a settembre è nata Elisa. L’evolversi della situazione risolveva un problema e ne creava tre ; ) . Un giorno scriverò un libro sul mio matrimonio ai tempi del covid. Credetemi, c’è stato un momento in cui mi sono fermata a pensare: “Ma tutte queste cose che succedono, sono segni del destino che mi stanno dicendo di non sposarmi, oppure servono ad insegnarmi qualcosa? ” Poi ho capito: mi serviva imparare qualcosa di nuovo.
Abiti sartoriali
Gli abiti di entrambi erano capi sartoriali. Il suo, doveva arrivare dal laboratorio in Piemonte e il mio, prima di essere cucito, doveva essere dipinto. Per il mio non trovavo il tessuto adatto, a causa delle chiusure delle fabbriche, ed il suo non trovava la strada per arrivare. Il pacco ha girato per 15 gg e quando ho saputo che non era arrivato nemmeno nella settimana prima del matrimonio, e non sapevano dove cercarlo, sono entrata in modalità problem solving, immaginandomi già dentro il magazzino del corriere a cercare il pacco smarrito.
Abito rubato
Per fortuna, il problem solving ha funzionato e quando mi hanno comunicato che temevano fosse stato rubato (certo, hanno provato a combinarne pur di non farmi sposare), ho cercato di risolvere, alla velocità della luce, il problema. Era venerdì 19 giugno, se non ricordo male le 10 della mattina. Solitamente, la sposa e lo sposo, il giorno prima del loro matrimonio, cercano un momento di relax in preparazione del grande giorno..anche noi, affrontavamo la giornata certamente allo stesso modo ; )!
Avevo un’unica certezza! Dopo tutte le disavventure e le complicazioni vissute in quei mesi, risolte sempre all’ultimo, ero tentata ignorare il problema del vestito e non comprarne un’altro. Ma se questa volta non funzionava? Certo bermudas e camicia bianchi c’erano nell’armadio, ma non si sarebbero proprio ben accompagnati al mio stile… Ho deciso, che l’avremmo comprato solo per quello!
Vi ricordate che parlavo nei post di Instagram dell’importanza delle assicurazioni per scongiurare il verificarsi delle situazioni oggetto della polizza? Funziona proprio così.
Fiducia
Mi ricordo ancora la scena. Usciti dal negozio con il secondo completo bianco in mano ho detto al mio “quasi marito”: “Lo sai vero, che ora che l’abbiamo acquistato, ci chiameranno che hanno trovato il tuo abito? ” Lui mi ha sorriso felice, perché sapeva già, che avrebbe indossato il suo abito sartoriale tanto atteso. E così è stato. Conservo ancora quel messaggio che ho ricevuto sabato 20 giugno alle ore 8:59 : “Ho l’abito, mi dica dove raggiungervi per consegnarlo” Sabato, 20 giugno alle ore 10:00, nel comune della nostra cittadina, io e mio marito, davanti al sindaco, abbiamo messo il sigillo alla nostra storia d’amore. Eravamo la prima coppia nel nostro comune che celebrava il matrimonio ai tempi del covid.
Le cose che contano
Vi ho raccontato questo simpatico episodio perché credo sia davvero importante riuscire a tenere a mente il vero motivo delle scelte che ognuno di noi fa. Il vostro sogno è sicuramente l’aspetto principe che vi guiderà nelle altre scelte.
Non era importante che l’abito fosse sartoriale, ci saremmo sposati lo stesso. Non è importante vivere qualcosa di perfetto, perché non c’è nulla di più perfetto di voi e il matrimonio ai tempi del covid, sarà uno dei momenti più memorabili della vostra vita. Entreranno tutti nella storia.
Visto che il motivo per cui attendere e crederci è davvero importante, nutritelo di speranza, immaginatelo sempre più intensamente e sicuramente si realizzerà. E sarà magnifico.
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